SI È CONCLUSO IL 39° CONVEGNO NAZIONALE

È giunto a conclusione il 39° Convegno Nazionale di Africa Mission Cooperazione e Sviluppo, che dal 4 ottobre ha richiamato sull’isola di Procida (NA) più di 130 membri del movimento provenienti da tutta Italia. Una tre giorni, quella tenutasi sull’isola campana, iniziata già venerdì con l’accoglienza ai volontari giunti sul posto, e che è proseguita con l’apertura delle attività nella giornata di sabato, quando presso la chiesa di Santa Margherita, dopo i saluti del sindaco di Procida, ha avuto inizio il momento di confronto, con gli interventi di don Maurizio Noberini, presidente di Africa Mission, e Carlo Antonello, presidente di Cooperazione e sviluppo, preceduti dai saluti del sindaco di Procida. Al centro dei due interventi, l’eredità di una storia, quella avviata da don Vittorio pastori, e dell’identità che da quella storia deriva e che oggi l’associazione è chiamata a riaffermare, a partire dai caratteri della missionarietà, religiosa e laica, che si concretizza nell’incontro con i poveri.
A seguire, i volontari dell’associazione sono stati chiamati ad un momento di confronto diretto sulle prospettive e sulle possibilità di crescita delle attività che il Movimento di Vittorione sta sviluppando in Italia e in Uganda. Un momento di confronto importante per ascoltare tutti i collaboratori e mettere a frutto le ricchezze che ciascuno di loro porta alla vita di Africa Mission-Cooperazione e Sviluppo.
Nel pomeriggio, anticipato dalle testimonianze di tre coppie e di alcuni giovani che hanno partecipato all’iniziativa del “Vieni e vedi”, l’intervento del cardinale Crescenzio Sepe, il quale ha sin da subito affermato l’esigenza del mondo di “parlare il linguaggio della carità”, ripercorrendo i momenti dell’incontro con don Vittorio e con il suo linguaggio di carità concreta.
Il Cardinale dopo aver ricordato don Vittorione che ha conosciuto ed incontrato più volte, ha espresso la sua soddisfazione per il lavoro che Africa Mission-Cooperazione e Sviluppo porta avanti in Africa nella fedeltà al carisma dei fondatori.“Possiamo avere una fede grande quanto una montagna – ha affermato il cardinale Sepe – ed una speranza grande quanto il mare di Procida, ma è la carità a renderci seguaci di Cristo. E la carità più completa è quella di mettere in condizione gli altri di svilupparsi, di progredire da soli, perché le potenzialità umane ci sono, in ogni angolo della Terra”.
“Chi sfrutta l’Africa per il proprio arricchimento – ha affermato ancora il cardinale Sepe – compie un’opera che grida vendetta al cospetto di Dio, e non può in alcun modo dirsi cristiano”.
Infine, l’intervento dell’Imam Pallavicini, presidente del Co.Re.Is, Comunità religiosa islamica italiana, che è intervenuto all’incontro tenutosi nella giornata conclusiva, dedicato al dialogo interreligioso tra cristiani, musulmani ed ebrei.