Robertone Gandolfi e la missione della Cattedrale di Moroto

Robertone Gandolfi e la missione della Cattedrale di Moroto

A Moroto, oltre alle celebrazioni del viaggio del 50esimo, c'è stato spazio anche per l'incontro con il missionario piacentino Roberto Gandolfi: partito nel 1990 al seguito di don Vittorio, Robertone (così viene chiamato da tutti) si è trasformato in progettista, ingegnere, direttore dei lavori per costruire una nuova cattedrale a Moroto. Si è messo alla guida delle maestranze locali e ancora oggi, che i lavori stanno concludendosi, risolve i problemi tecnici, trova soluzioni, pensa e disegna. Quando qualcosa manca o si blocca, si affida alla provvidenza, alla maniera di don Vittorione: "Dovremmo inaugurarla a fine anno – spiega – anche se le rifiniture richiedono tempo. Sarà dedicata all'amore misericordioso e potrà ospitare circa 5 mila persone nei suoi 3 mila metri quadri. Nello stesso giorno sono arrivati il crocifisso da Kampala e il tabernacolo dall'Italia, mancano due statue: una di San Paolo e una di San Pietro che verranno poste sulla facciata. Nel frattempo però sono state celebrate qui le messe di Natale e Pasqua dello scorso anno con tantissime persone".
La costruzione è partita sei anni fa: inizialmente dall'Italia – "da Roma" sottolinea Gandolfi – era arrivato un corposo finanziamento, poi solo poche donazioni: "Il vescovo ha inviato 500 lettere per attirare fondi – spiega Gandolfi – qui le persone non hanno niente, ogni martedì vengono e insieme alle suore diamo loro un po' di cibo. Molti sono malati, vivono nelle capanne".
Nonostante le difficoltà però Robertone non si ferma e non perde entusiasmo: la cattedrale che gli ugandesi hanno visto crescere dalle sue mani – dicono – "è un inno a Dio e alla forza di un uomo straordinario in una terra straordinaria".