Un nuovo punto di vista è sempre un buono spunto per migliorare se stessi.

Un nuovo punto di vista è sempre un buono spunto per migliorare se stessi.

È il turno di Maria, casco bianco nel progetto di Unicef  "Wash in school". Grazie a questa iniziativa, si è resa conto di quanta fatica facciamo in Italia a "spendere" tempo per creare relazioni e preferiamo rimanere chiusi in noi stessi e puntare su uno sviluppo di infrastrutture e tecnologico rispetto a quello umano.

Lasciamoci coinvolgere dalla sua riflessione:

Sono a metà percorso, a volte mi sembra di essere qua da un anno, a volte mi sembra di esser arrivata ieri.
Sono tante le cose che tutti i giorni ti fanno pensare a i problemi di questo paese, altrettante sono le cose che ti stupiscono in positivo.
Ho imparato che il progresso è un procedimento lento, non puoi vederlo dall'oggi al domani ma se osservi bene, lo puoi percepire. Nel mio progetto vedo ragazzi e ragazze che marciano per il Mestrual Hygiene Day, argomento assolutamente censurato. Comunità che collaborano con le scuole per mantenere la loro unica riserva d'acqua in buone condizioni. Insegnanti che non vengono pagati perché lavorano in community school ma si impegnano a collaborare con noi perché si rendono conto quanto possiamo aiutarli. Alunni che dopo il nostro training si impegnano a rimanere puliti e a mantenere la scuola e le classi in buone condizioni. Non vedo grandi palazzi, non vedo infrastrutture nuove, ma un lavoro basato sul migliorare la propria quotidianità e penso che sia un buon punto di partenza per poter migliorare tutto il resto.

Adesso, quando penso all'Italia, percepisco un regresso sulla quotidianità, una vita basata su apparenze e giudizio, nuove strade, nuovi palazzi, innovazione tecnologica, ma le persone peggiorano, sono sempre più chiuse, apriamo nuove vie di comunicazione con la tecnologia più innovativa e abbiamo la possibilità di comunicare con una persona in tempo reale che si trova dall'altra parte del mondo, ma chiudiamo le frontiere fisiche, non accogliamo fisicamente nessuno. Quello che ho trovato, venendo qui in Uganda, in Karamoja, è un'apertura nei nostri confronti, il modo in cui si accolgono tra di loro e accolgono noi, aiuta a lavorare sicuramente per un miglioramento, non è sempre facile, a volte le convenzioni sono troppo forti, ma non si devono cambiare le persone per migliorarsi, si deve solo aprire un po' la mente e accettare e ascoltare chi è diverso da noi, un nuovo punto di vista è sempre un buono spunto per migliorare se stessi.
Perché questa esperienza mi sta piacendo? Perché ogni giorno mi pongo domande senza trovare risposte, ogni giorno interagisco con persone che vivono in un modo completamente diverso da come sono abituata e tutti i giorni mi ricordo perché è importante provare e riprovare, aprire la mente e lavorare insieme per migliorarsi sempre di più.

Maria Fiorani