La missione fra passato e presente: note dal convegno di Urbino

La missione fra passato e presente: note dal convegno di Urbino

In latino deriva dal verbo che significa "mandare": mandare o essere mandati da qualche parte con un compito importante. È questo il senso della "missione", della "missio" latina appunto, che nei secoli si è mantenuta fedele alla sua etimologia. Avere una missione significa avere un compito importante, a volte con un particolare valore morale: diffondere un messaggio religioso o meno, di speranza, di fraternità. Ieri come oggi. È stato questo il cuore del convegno "50 anni in Uganda. La scelta del grembiule" che Africa Mission Cooperazione e Sviluppo ha organizzato nella sede distaccata di Urbino per il cinquantesimo anniversario di fondazione del Movimento.
Un'intera giornata che si è svolta nella centralissima chiesa di San Domenico che dall'inizio di agosto ha ospitato la tradizionale mostra missionaria e la mostra "Fratelli d'Uganda" che celebra il 50esimo di AMCS e che è visitabile fino alla metà di settembre. L'evento, a cui sono intervenuti anche il vescovo Giovanni Tani con alcuni delegati del sinodo diocesano e la vicesindaca di Urbino Marianna Vetri, ha visto alternarsi testimonianze e riflessioni coordinate dal direttore di AMCS Carlo Ruspantini: la prima è stata quella di don Valerio Bersano, segretario nazionale di Missio adulti e famiglie. A lui è spettato il compito di delineare il senso dell'impegno missionario e la sua necessità per la chiesa moderna in un intervento intitolato "Chiesa diocesana ed evangelizzazione dei popoli: fondamenti e azione".
"Ho trovato geniale il richiamo all'espressione potente di definire l'impegno di "Africa Mission" con un riferimento alla scelta preferenziale dei poveri, secondo la felice espressione di monsignor Tonino Bello – ha spiegato don Valerio – chi lo ha conosciuto ricorda soprattutto la sua semplicità, la capacità di condividere l'esistenza della gente "normale", di avere la porta sempre aperta, di leggere la realtà con gli occhi del Padre, virtù nate dalle tante ore di preghiera, dalla Celebrazione Eucaristica, dall'amore al Pane eucaristico. La "scelta del grembiule" è stata la scelta di un uomo di Dio come lo è stato don Vittorio Pastori: la Chiesa deve manifestare il Signore, deve avere i suoi segni "potenti" quali sono le scelte per i più fragili e non avere i segni del potere, deve presentarsi come Chiesa libera e al servizio di tutti, umile, ponendo la sua fiducia nella Parola di Dio e nel servizio ai poveri, rifiutando i privilegi concessi dai potenti".
"Le fatiche di ogni genere che stiamo affrontando sono conseguenza di tanti eventi, di tante scelte di ogni ordine, anche se si è propensi a ragionare come errori commessi da altri, magari attribuendo molto alle conseguenze della crisi economica che da quasi 15 anni arreca danni gravissimi in tutto il mondo, ai molti conflitti in corso (lontani e vicini) – va avanti – noi vogliamo metterci in ascolto delle situazioni di difficoltà, non studiare i problemi per giudicare qualcuno, ma provare a mettere le persone al primo posto, ascoltare le persone e provare a costruire quel Regno di Dio che la Parola continuamente ci esorta a favorire, lavorando per la giustizia: non siamo autorizzati a lasciarci scoraggiare, a perdersi d'animo. Le tante iniziative e i molti progetti che anche la vostra associazione sostiene sono su questa strada, costituiscono altrettante e preziose scelte di giustizia, per crescere come fratelli".
Sulle questioni dell'evangelizzazione e sulle difficoltà del portare avanti le iniziative di sensibilizzazione in Italia è intervenuta la direttrice del Centro missionario dell'Arcidiocesi di Ancona-Osimo Alessandra Franz, mentre all'assistente spirituale di AMCS don Sandro De Angeli è spettato riflettere sulle modalità con cui operare in Africa.
Un approfondimento al riguardo è arrivato nel pomeriggio: "Africa Mission nelle Marche: passato, presente e futuro" è stato il tema su cui alcuni volontari del Movimento hanno riflettuto. Nello specifico a portare le loro testimonianze sono stati il presidente della sede distaccata di AMCS Giovanni Paci, Valentino Pretelli, Franchina Aiudi e Pierpaolo Rebiscini, oltre a Olimpio e Simonetta Strona del Gruppo di Fabriano. Il pomeriggio però ha visto intervenire anche le classi e le maestre da tempo impegnate in uno scambio esperienziale con la scuola Great Valley di Kampala, la volontaria Anna Casicci e tre ragazzi che hanno partecipato alle passate edizioni dei viaggi missionari "Vieni e Vedi".
A chiudere, in serata, sono stati Ivan Cottini e Bianca Maria Berardi, danzatori che attraverso la loro arte si fanno portavoce di un potente messaggio di speranza. Ivan, che da diversi anni è malato di sclerosi multipla, ha raccontato come attraverso lo stimolo della danza riesce a vivere le sue limitazioni come una sfida da affrontare ogni mattina scegliendo di lottare per vivere a pieno ogni giorno la sua famiglia, il rapporto con la sua bella bambina e il suo impegno di ballerino: è stato lui a raccontare come attraverso la danza la qualità delle sue relazioni e della sua vita sia oggi migliore di quella che aveva quando faceva il modello. Con la sua partner di ballo (e amica nella vita) Bianca Maria ha trovato un nuovo senso alla sua vita e alla sua malattia, e il suo percorso è diventato una ricchezza: un messaggio di speranza per tutti.