L'8 marzo e la donna in Karamoja.

L'8 marzo e la donna in Karamoja.

Camilla Marion e Benedetta Gallana, nostre collaboratrici in Uganda, hanno raccolto la testimonianza di Itae Betty, donna karimojong, che per questo 8 marzo ci parla della condizione della donna karimojong, la stessa che lei vive, ogni giorno, nel suo villaggio, all'interno della cittadina di Moroto.

"Ci sono due tipi di donne: quelle disponibili a condividere la propria storia e le proprie esperienze con le ragazzine più giovani e a dar loro consigli; le altre donne invece, sono più riservate chiuse in se' stesse, che preferiscono tenere i problemi all'interno della casa e della famiglia. 
Gli uomini hanno una posizione predominante nella famiglia, nella comunità e nella società. 
L'uomo infatti all'interno della famiglia non e' responsabile di soddisfare i bisogni primari. E' la donna che con i suoi guadagni deve pianificare e provvedere al cibo e alle spese scolastiche. Se i soldi guadagnati non sono sufficienti a soddisfare le necessita' famigliari, la donna puo' chiedere il sostegno del marito, ma non e' detto che venga supportata. Nel caso la richiesta venga rifiutata la donna non puo' che sottostare alle decisioni del marito. 
In questo momento un problema prioritario e' quello delle ragazze dei 5,000 scellini. Sono fanciulle tra i 13 e i 19 anni che per pochi spiccioli vendono il proprio corpo. Questo avviene spesso in concomitanza con l'uso e l'abuso di alcool. Queste ragazzine vengono sfruttate dagli uomini, specialmente soldati (perche' sono liberi e hanno tanti soldi). Per le ragazzine questa e' una fonte di guadagno, e magari anche un modo per trovare un uomo. Gli uomini traggono vantaggio da questa condizione vulnerabile delle giovani donne. 
Queste ragazzine vengono scelte perche' sono giovani e disponibili, non hanno bisogno di essere portate in grandi hotel e la sera basta trovare un angolo piu' oscuro in cui nascondersi. 
Questi comportamenti sono facilitati dalla totale liberta' di cui godono gli uomini nella famiglia: non devono rendere conto alla moglie se la sera non tornano a dormire a casa o di come utilizzano i soldi che guadagnano. Non e' l'uomo ad occuparsi della pianificazione famigliare. Non sono obbligati a condividere le decisioni che prendono. Ecco perche' spesso rimaniamo sole."

Le donne come Itae Betty, hanno un grande potere: l'educazione dei figli. Sono loro a trasmettere valori e a poter guidare la crescita delle generazioni future. 
Ci sono donne molto forti che riescono a creare attorno a se gruppi di counseling molto positivi, legati alla parrocchia o semplicemente al villaggio. In queste condivisioni le donne acquistano e sviluppano sicurezza nel loro ruolo e piu' facilmente sono poi in grado di aiutare le ragazzine piu' deboli e in difficolta'.