L'Africa maestra di vita. L'intervento di Touadì ad Assisi con Africa Mission.

L'Africa maestra di vita. L'intervento di Touadì ad Assisi con Africa Mission.

Jean-Léonard Touadi, scrittore, politico e oggi senior advisor in FAO, apre il suo intervento facendo riferimento al momento storico-politico particolare che sta attraversando l'Italia. Parla dei volontari e dei missionari come una piccola minoranza in un Paese che sta cambiando, lasciandosi alle spalle un ricco patrimonio di valori. Cita come primo concetto l'attenzione alla persona, posta all'inizio anche nella Costituzione Italiana, precisamente nell'articolo 1 come ricorda Touadi. Il secondo valore da non dimenticare è il senso della comunità, anch'esso iscritto tra i primi articoli della Costituzione, che sottolinea quanto sia importante far si che nessuna persona venga lasciata da sola. Primo responsabile della difesa di questo diritto è lo Stato: lo Stato deve essere inclusivo, a prescindere dal Governo del momento, e deve essere il primo sostenitore della connaturalità di questi diritti che appartengono alla persona in quanto persona. 

Subito dopo vengono i singoli che, come sostiene Touadi, hanno piena responsabilità nel tramandare il principio della sussidiarietà considerato come fondamento dell'associazionismo e quindi necessario per costituire le associazioni e i gruppi, corpi intermedi che costellano la società.

L'ultimo principio che rischiamo di perdere è l'apertura al mondo, l'universalità ovvero uno dei tratti ontologici dell'essere Chiesa, che i laici cattolici hanno da sempre sperimentato attraverso l'associazionismo.

Secondo Touadi nei prossimi 5 anni di Africa Mission – Cooperazione e Sviluppo, che porteranno al festeggiamento del 50 esimo dalla nascita del movimento, deve essere ideato un percorso che tenga conto di quanto detto, ovvero della crisi di valori fondanti di tutte le realtà associative, dell'essere cattolici e missionari. 

Riguardo il tema proposto dal Convegno Touadi suggerisce di uscire dal tempio, di evitare l'autocompiacimento e la chiusura ma di leggere i segni del mondo e osservare ciò che sta avvenendo. A questo proposito fa riferimento alla sua esperienza di insegnante e sostiene che l'assenza del famigerato disagio giovanile ma piuttosto la mancanza di una proposta nobile sostenuta con coraggio dagli adulti e proposta da loro ai giovani, che quindi non hanno nulla da cogliere. È necessario quindi ritornare sul proprio vissuto e sulle proprie opere missionarie, facendosi aiutare dall'Africa. 

Il rapporto con l'Africa non può che essere questo: uscire dall'eurocentrismo e creare "spazi di impollinazione nei quali poter contaminare e poter essere contaminati" dice Touadi. La vera sfida sta nell'uscire dalla logica predatoria caratteristica dell'Europa e andare incontro alla ricchezza delle persone, smettere quindi di rapportarsi con l'Africa e iniziare ad amare gli africani. A questo proposito sprona a cambiare il punto di vista della cooperazione: non bisogna essere portatori di speranza per i poveri ma facilitatori perché la povertà è sicuramente quella economica ma non quella umana. A questo proposito Touadi fa propria la visione di un autore keniano che propone di "spostare in centro del mondo" ovvero di guardare le cose dal punto di vista dell'altro per dare veramente dignità ai mondi che incontriamo.