DIRITTO AL CIBO UN NUOVO PROGETTO PER CONTINUARE UN IMPEGNO CHE DURA DA QUARANT‘ANNI

Diritto al cibo significa assicurare una nutrizione adeguata a tutti gli uomini e le donne del pianeta ed è un dovere degli Stati fin dall’adozione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani nel 1948.
Il grido dei poveri e di tutte le persone che soffrono la fame interpella ogni persona, come ha richiamato Papa Francesco che nei mesi scorsi ha chiesto a tutti di unirsi a questo grido per trasformarlo in un ruggito. E trasformarlo in ruggito significa stare con i poveri per cambiare i modelli di sviluppo e le strutture di potere contrarie al bene comune.
Il diritto al cibo è un diritto fondamentale di ogni persona, diritto che ogni governodovrebbe garantire ai propri cittadini, oggi in Karamoja è quasi un lusso.
Nel mese di ottobre dello scorso anno Africa Mission-Cooperazione e Sviluppo ha iniziato nuovo progetto denominato “Diritto al Cibo” finanziato attraverso i fondi raccolti dalle parrocchie e tra i cittadini della Danimarca. Lo scopo del progetto è quello di costruire e migliorare le capacità delle famiglie rurali vulnerabili e la leadership del governo locale nei distretti di Amudat e Nakapiripirit, al fine di ottenere mezzi di sussistenza sostenibili. Il progetto coordinato dal nostro partner “DanChurchAid” (DCA) é realizzato insieme all‘associazione locale “Uganda Terra Alliance” (ULA).
L‘obiettivo del progetto è quello di sostenere le comunità rurali nel chiedere il loro diritto al cibo, renderli consapevoli di questo diritto e inoltre dotarli di conoscenze e competenze affinché siano in grado di garantire la loro sicurezza alimentare.
Il diritto al cibo è l’obiettivo del progetto agricolo, portato avanti da Africa Mission-Cooperazione e Sviluppo, nella regione del Karamoja, il progetto mira a migliorare le capacità di coltivare e conseguentemente migliorare sia la capacità delle famiglie di sostenersi, sia far in modo che tale sostentamento sia sostenibile utilizzando il "learning by doing", ossia il metodo dell’“imparare facendo”.
Il progetto è così organizzato: più di mille adulti sono stati selezionati e divisi in 35 gruppi, hanno cominciato a conoscere la produzione agricola sostenibile, insieme all’utilizzo consapevole dell’acqua e alla conservazione del suolo.
Sementi di cereali e ortaggi sono stati forniti insieme ad altri strumenti e sotto la guida dei formatori locali presenti sul campo e dei collaboratori (project manager) di Africa Mission-Cooperazione Sviluppo, i gruppi hanno iniziato a preparare la terra, a preparare i letti dei vivai per le piante da seminare, tenendo in considerazione ed applicando concretamente le conoscenze appena acquisite circa l’utilizzo dell’acqua e per la conservazione del suolo.
La formazione viene effettuata secondo le attività stagionali esistenti e utilizza un approccio interattivo in cui i membri dei gruppi possono sperimentare varie tecniche di agricoltura sostenibile e sono incoraggiati a replicare le competenze acquisite nelle loro case.
Più tardi nel corso del progetto saranno presi in considerazione i gruppi con competenze di business e partiranno corsi di formazione per il risparmio che permetteranno loro di aumentare nuovamente i propri mezzi di sussistenza e di espandersi al di là dell’agricoltura. L‘agricoltura sostenibile è promossa coinvolgendo anche cinquecento giovani in 15 scuole primarie che utilizzano lo stesso approccio.
Il giovane viene formato in materia di igiene e sanità, HIV/AIDS, sul tema della violenza di genere e di mediazione dei conflitti. Il risultato atteso del progetto è arrivare ad avere comunità locali e giovani concompetenze necessarie che permettano loro di utilizzare le risorse disponibili in modo sostenibile egarantire il proprio sostentamento e una vita dignitosa.

Alla fine del progetto (prevista per dicembre 2015), la popolazione locale avrà maggiori conoscenze ed opportunità avere mezzi di sussistenza sostenibili e accrescere il livello di sicurezza alimentare.
I beneficiari del progetto avranno acquisito le competenze necessarie per coltivare in modo che non ci sia impatto negativo sull‘ambiente, per progettare la loro attività economica in modo più razionale e saranno preparati ad eventuali emergenze attraverso la pianificazione di emergenza e la creazione di cultura del risparmio.
Il Karimojong saprà anche che, oltre a fare affidamento sulle proprie competenze e conoscenze, potrà far valere i propri diritti e potrà richiedere al livello di governo locale la protezione di questi diritti, in quanto è lo stesso governo locale ad avere il dovere di garantirli.