DIPLOMATI I PRIMI 160 GIOVANI ISCRITTI A CORSI DEL PROGETTO GATEWAY

Il progetto Gateway Centre, è il risultato di un accordo di partecipazione di AM-C&D ad un piano di sviluppo per i giovani del Nord Uganda. È iniziato a settembre 2013 e durerà fino a dicembre 2015, in questo periodo di tempo 2100 giovani impareranno un mestiere gratuitamente, saranno aiutati a entrare nel mercato dal lavoro e saranno a loro volta punto di riferimento formativo per altri giovani.
L’urbanizzazione del Karamoja ha bisogno di lavoratori specializzati, figure quasi del tutto assenti tra i giovani perché non esistono scuole o corsi professionali. Allo stesso tempo la disoccupazione tra i ragazzi è altissima quindi la regione del Karamoja e Moroto in particolare, più delle aree rurali, si trovano ad essere le zone più sensibili ai rischi di povertà, vulnerabilità economica e insicurezza alimentare. Il progetto vuole dare una risposta a questa necessità. Sono stati attivati nove corsi di formazione: meccanico, salute animale, tecnico dell’acqua, computer, sartoria, panetteria, muratura, agricoltura, afforestazione.
I primi risultati sono arrivati subito, anche se sono passati meno di quattro mesi dal suo inizio: alle selezioni per i primi 160 posti si sono presentati ben 1300 ragazzi, Inoltre, la costanza, che di solito non è la caratteristica principale dei giovani Karimojong, si è dimostrata un punto di forza perché i casi di assenteismo sono stati solo 10.
Davide Prata, il responsabile di Gateway, ha 30 anni e alle spalle studi in Cooperazione e Sviluppo con diverse specializzazioni. Entrato in Africa Mission come volontario, è già qualche anno che lavora come collaboratore responsabile di vari progetti.
La giornata tipo degli studenti inizia la mattina con i corsi professionali che spaziano dalla meccanica alla cura per l’infanzia. Poi c’è il pranzo insieme e dopo pranzo ci sono i corsi più generici: alfabetizzazione, con diversi livelli, imprenditoria e life skill,ovvero igiene, sanità, protezione contro la violenza domestica, protezione dell’infanzia e finanza.
Gli studenti che partecipano ai corsi sono giovani dai 14 ai 35 anni. La metà sono giovani donne, ci sono anche alcune madri che riescono a partecipare perché viene offerto un servizio di baby-sitting per i loro bambini. Anche i disabili trovano uno spazio concreto in questo progetto. In generale sono tutti giovani che provengono dalla città, Moroto. Il sistema pastorale e rurale regge ancora nei villaggi, ma in città i ragazzi non hanno prospettive e finiscono con riversarsi in strada per trovare qualcosa da fare. Di certo avere a disposizione una formazione professionale in centri attrezzati, completamente gratuita e che può permettere loro un avvenire, è un grosso vantaggio.

Il giorno della consegna dei diplomi è stato per tutti i partecipanti un momento di grande festa. Sono state noleggiate toghe e acquistati copricapi per una cerimonia degna delle migliori università americane. Tutti gli studenti erano entusiasti e vestisti a festa.

Finito il periodo formativo nei sei mesi seguenti i ragazzi vengono seguiti per aiutarli a entrare nel mondo del lavoro. Verranno aiutati a costruire il curriculum e a incrociare le loro qualità e competenze con le richieste del mercato. Allo stesso modo verranno incoraggiate le attività auto imprenditoriali di micro-impresa, anche fuori dal Karamoja per chi lo desidera.

È interessante chiedersi come viene considerata la scuola. Di sicuro per molti, soprattutto i ragazzi che vivono in città, è un’occasione da non perdere. Possono imparare a leggere e a scrivere e un mestiere, tutte caratteristiche che possono servire a emanciparsi dalla povertà ma anche da un sistema culturale, quello del Karamoja, che nei centri più grossi tendenti all’occidentalizzazione, non ha più molto senso né molto seguito. Questo ha creato enormi problemi generali in città: senza una struttura sociale tradizionale e senza avere ancora i mezzi dell’occidente, la gente si trova come a metà tra la sua cultura e quella del progresso, è disorientata e, nella migliore delle ipotesi, finisce col dedicarsi all’alcool e lasciare scorrere il tempo. Per questa situazione credo sia fondamentale la scuola. Nei villaggi rurali la storia è diversa: il loro sistema sociale si basa sull’età, quando sei adolescente devi imparare le strade per i pascoli, poi ti sposi e tuo padre ti lascia il bestiame, la tua ricchezza. Se un ragazzo salta la fase in cui impara a fare il pastore per andare a scuola, rischia di ritrovarsi fuori dal suo sistema culturale e di non riuscire a sistemarsi. La scuola e l’alfabetizzazione sono fondamentali: bisogna aver chiare le necessità degli studenti in tutto e per tutto, per dare loro un aiuto valido.