Con il progetto Cei si formano 1600 persone
"Agricoltura e allevamento per il futuro: costruire la resilienza climatica per la sicurezza alimentare nelle comunità delle regioni del Karamoja-Uganda". Così si intitola il nuovo progetto, finanziato con fondi CEI, che prevede un intervento in ambito agro-zootecnico.
La Karamoja è una regione semiarida caratterizzata da un'elevata variabilità nella distribuzione della pioggia: per questo il principale mezzo di sostentamento delle persone è tradizionalmente l'agro-pastorizia, che utilizza la terra principalmente per l'allevamento, con qualche integrazione dall'agricoltura legata però alle precipitazioni. Esiste un enorme potenziale nella giovane popolazione dell'Uganda, nella terra e nei mercati locali per rendere redditizia l'agricoltura.
Africa Mission ha quindi deciso di intervenire, concentrandosi sulla formazione professionale orientata al mercato agricolo attraverso dei "centri di apprendimento" (learning center) che forniranno abilità e competenze adeguate ai giovani per impegnarsi nell'agribusiness e per accedere ai mercati, nel rispetto dell'ambiente e come risposta agli effetti dei cambiamenti climatici. Allo stesso tempo, i learning centers verranno supportati in termini di equipments e formazione dello staff in modo da essere capaci di sostenere i piccoli e medi agricoltori ad adottare pratiche agricole sostenibili e ad accedere al mercato, migliorando il loro reddito e la loro condizione in termini di sicurezza alimentare.
Qual è l'obiettivo? Quello di coinvolgere circa 1.600 persone tra giovani che riceveranno competenze tecniche, "agricoltori modello" e i componenti per ciascun gruppo agricolo che riceveranno un aggiornamento per migliorare le loro conoscenze e i "veterinari di comunità", tutti provenienti in 5 distretti della regione. I tre centri di apprendimento coinvolti sono quelli attualmente gestiti da Africa Mission e situati nei distretti di Moroto, Nakapiripirit e Napak.
Tra i vari interventi si prevede anche la perforazione di 25 nuovi pozzi, la riabilitazione di 100 pozzi per consumo umano e di 4 fonti/bacini d'acqua per la produzione (incluse la riabilitazione e pulizia di bacini d'acqua).
Il progetto è stato avviato novembre 2022, ma le prime attività si registrano in questi primi mesi del 2023.
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