AFRICA MISSION-COOPERAZIONE E SVILUPPO E UNICEF INSIEME PER CAMBIARE IL FUTURO DEI BAMBINI UGANDESI

Africa Mission-Cooperazione e Sviluppo in collaborazione con UNICEF nel Novembre 2010 ha fatto partire un progetto che tutela, previene e aiuta bambini che vivono in situazioni di grave difficoltà e degrado. Il progetto procede fra buoni risultati e ostacoli rappresentati dalla cultura o da situazioni complicate. I risultati ottenuti nelle attività svolte fra Gennaio e il 15 Maggio 2014 nei distretti di Napak, Nakapiripirit e Moroto sono numerosi.
Sono state condotte undici discussioni pubbliche sulla violenza contro i bambini, utilizzando attività di narrazione e canzoni per i bambini, una mostra di poster e proiezioni di video per giovani e adulti. I partecipanti, alla fine delle discussioni, hanno riferito un generale miglioramento nelle condizioni dei bambini a scuola: sono più coscienti dei loro diritti e hanno cominciato a richiederli; è anche aumentato il numero di personale qualificato nelle scuole. L‘intera popolazione si sta rendendo consapevole del fatto che i genitori e la comunità sono responsabili della cura e dell’educazione dei bambini.
Inoltre Africa Misssion-Cooperazione e Sviluppo ha seguito e supportato gli orfani e i bambini vulnerabili identificati ha condotto una ricerca per identificare le nuove situazioni a rischio. Sono 557 i bambini assistiti in tutto. È partito un programma, per esempio, di riabilitazione per 15 bambini raccolti dalle strade di Moroto. I ragazzi sono stati iscritti a scuola e è stato fornito loro il materiale scolastico, cibo durante le vacanze e assistenza alla famiglia. Sono stati seguiti attentamente durante il loro percorso.
A scopo informativo, sempre nell‘ambito di questo progetto, sono state condotte undici discussioni all‘interno di altrettanti villaggi su temi svariati. HIV/AIDS; come si trasmette, come si può prevenire, come convivere con le persone affette. Vi è una grande ignoranza purtroppo su questo argomento ed è ancora diffuso il mito che siano le donne le sole a diffonderla. Si è discusso della violenza domestica, soprattutto quella minorile. La comunità, in particolar modo le donne e gli anziani, si sono dimostrati riluttanti ad accettare che forme di violenza diverse da quella fisica (come quella emotiva e quella economica) fossero pericolose per i bambini. Parlando della violenza sessuale invece è stato riferito che gli stupri sono diminuiti notevolmente in conseguenza ai recenti cambiamenti nella società.
Come argomento specifico a Tapac e Nakapiripirit, si è parlato della Mutilazione Genitale Femminile (cos’è, come si pratica, perché, gli effetti). Ancora oggi viene purtroppo praticata per controllare l’attività sessuale delle donne, per preservare la verginità, per motivi igienici, per essere considerate donne complete, come segno di appartenenza alla comunità, come passaggio all’età adulta. Le conseguenze sono brutali.
Questo progetto sviluppa anche attività di intercettazione di bambini e giovani in emigrazione dal Karamoja sui blocchi stradali a Katakwi, a Iriiri, a Soroti e ad Apeitolim. Per esempio il 5 Maggio 2014 sono stati intercettati 8 bambini al parco bus di Soroti. Erano in marcia dal giorno prima, lo scopo era mandarli al villaggio di Acilo nel distretto di Serere per farli lavorare e guadagnare qualcosa per sopravvivere.
Sempre nei primi di Maggio, in Apeitolim sono state intercettate 12 ragazzine fra i 12 e i 17 anni. AfricaMission-Cooperazione e Sviluppo le ha riportate nella loro comunità nella regione di Nagoleriet. Approfittando dell’opportunità, inoltre, ha chiamato a raccolta più membri della comunità per discutere dei rischi e i pericoli di inviare i bambini e i ragazzi nelle aree urbane. Un attento monitoraggio continuerà affinché le ragazze non se ne vadano di nuovo. Africa Mission-Cooperazione e Sviluppo ha poi svolto una campagna di sensibilizzazione sui rischi delle migrazioni (soprattutto di minori) in città in 9 villaggi attraverso la mostra e il commento di alcuni video.
I membri della comunità si sono dimostrati aperti e hanno posto domande e risposte sulle ragioni dell’emigrazione come la povertà, la fame e la mancanza di sicurezza. Molti hanno condiviso le loro esperienze dando testimonianza dei pericoli e del maltrattamento che hanno subito a Kampala e a Kampiringiza.