Al via le radio anti-contagio

Al via le radio anti-contagio

Contro il coronavirus in Uganda Africa Mission Cooperazione e Sviluppo lancia le radio anti-contagio. Il progetto è ideato dal Movimento e finanziato con i fondi messi a disposizione dalla Conferenza Episcopale Italiana (Cei) per sostenere 541 progetti in 65 Paesi del mondo. In tutto sono circa 9 milioni di euro quelli erogati dalla presidenza della Cei attraverso i fondi dell'otto per mille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica che permetteranno di dare concretezza a 381 iniziative in ambito sanitario finanziate da 7.486.900 euro e 160 nel settore formativo per un totale di 1.502.328 euro.
Fra queste c'è appunto il progetto delle "radio anti-contagio" di AMCD: nello specifico sono Radio Wa gestita dalla Diocesi cattolica di Lira, dove il Movimento aderente a Focsiv porta avanti un fruttuoso progetto agricolo nell'ex lebbrosario di Alito, e Radio VOK - Voice of Karamoja, creata proprio da AMCD che alla fine dello scorso anno l'ha affidata a un'organizzazione locale sotto la direzione della Diocesi cattolica di Kotido.
Nello specifico Radio Wa ha messo in campo un progetto e programma mirato, "Managing Corona" che trasmetterà nell'arco di tre mesi sei talk show animati da esperti nei campi della sanità, educazione, sicurezza, commercio coinvolgendo autorità locali e Diocesi. L'obiettivo è spiegare agli ascoltatori i rischi e i mezzi di prevenzione e cura del Covid -19, rispondendo alle loro domande: in collaborazione con i reporter presenti nelle parrocchie della Diocesi, la radio racconterà i problemi della gente, dando voce alle loro esperienze di isolamento, abbandono e difficoltà causate dal virus attraverso una serie settimanale di brevi rappresentazioni. Questa attività permetterà di coinvolgere e informare le comunità e i giovani che realizzeranno le "messe in scena" oltre agli ascoltatori della radio.
Lo stesso messaggio verrà diffuso anche attraverso la stampa e la distribuzione di materiale informativo nelle parrocchie e nei quattordici centri di salute della Diocesi. Le attività saranno condotte sia in inglese che in lingua locale per raggiungere il numero più vasto di persone.
Radio VOK invece punterà su cinque radio talk show al mese che seguiranno l'evoluzione della pandemia e garantiranno un continuo servizio di formazione e informazione condotta con esperti in materia di salute e autorità locali per evitare la diffusione di fake news. È prevista la messa in onda di 200 messaggi promozionali brevi in lingua locale, oltre a tre talk show live da altrettanti Centri di salute gestiti dalla Diocesi di Kotido in tre distretti del Karamoja. Tutti i programmi verranno trasmessi in inglese e potranno essere tradotti in lingua locale grazie allo staff. È inoltre prevista la preparazione, stampa e diffusione nei Centri di salute e nei luoghi pubblici di materiale informativo in lingua locale riguardante le pratiche da tenere in materia di prevenzione e risposta al propagarsi della pandemia sulla base delle linee guida promosse dal Ministero della Salute ugandese.
"Riteniamo che quest'attività di sensibilizzazione attraverso le radio sia un intervento altamente efficace – spiegano il direttore del Movimento Carlo Ruspantini e il responsabile del Paese Pier Giorgio Lappo – in primis perché raggiunge un numero elevato di persone, dato che il bacino di utenza totale delle due radio è di tre milioni di persone; poi perché i programmi sono in inglese e in lingua locale e infine perché la radio in Uganda è il media più seguito dalla popolazione locale e quindi lo strumento più efficace per entrare in tutte le capanne dei villaggi più sperduti della savana".
Il contributo della Cei, lo ricordiamo, ha rappresentato un segno di solidarietà e un tentativo di dare risposta alle numerose richieste di aiuto giunte nel corso degli ultimi mesi dai Paesi africani e da molti altri contesti di povertà sparsi in varie parti del mondo, aggravati dagli effetti della pandemia: solidarietà che in Uganda si è concretizzata in un contributo complessivo di oltre 235 mila euro, ma che non ha dimenticato il resto del mondo, Italia compresa.