Contesto settoriale

Settore agricolo-zootecnico

La regione del Karamoja si estende su una vasta area nella parte nord-orientale dell'Uganda, per una superficie complessiva pari a circa 24 mila kmq (circa il 10% del Paese). Le più evidenti caratteristiche fisiche della regione sono rappresentate dal "Karamoja Plain": una vasta superficie di erosione costituita da masse montagnose di origine prettamente vulcanica, che emergono aspre nella pianura, e ampi letti sabbiosi al cui interno si sviluppano, in modo discontinuo, i torrenti che formano il sistema idrico dell'altipiano.

Il clima in Karamoja è semi-secco, caratterizzato da un'unica stagione piovosa e da una lunga stagione arida. La stagione delle piogge ha generalmente inizio tra la fine di marzo e l'inizio di aprile, proseguendo con alcune irregolarità e toccando livelli minimi tra giugno e settembre – talvolta sino ai primi di ottobre – quando comincia la stagione arida.

La popolazione è principalmente costituita da pastori seminomadi che si muovono in cerca d'acqua e di pascoli per le loro mandrie di zebù nella stagione secca, tornando nei loro villaggi permanenti nella stagione delle piogge. La cura delle mandrie è attività adibita ai giovani uomini; le donne, i vecchi e i bambini rimangono a casa praticando piccole forme d'agricoltura. La vita economica è principalmente incentrata sul possesso del bestiame, che rimane il principale strumento di ricchezza e di scambio. Questo spinge i giovani a procurarselo ad ogni costo, anche per mezzo di violente razzie a danno di tribù vicine (la dote per avere una sposa viene pagata in numero di capi di bestiame).

Il bestiame rappresenta, per i Karimojong, lo strumento principale di sussistenza, nonché una vera e propria assicurazione contro le periodiche carestie, una ricchezza per le doti nuziali e un simbolo di status sociale. Il bestiame fornisce cibo, vestiario e giacigli, mentre le capre, pur dando origine ai medesimi prodotti, vengono destinate prettamente ad usi rituali.

Le aree da pascolo sono terreni di proprietà comune al di fuori delle zone in cui viene tenuto il bestiame, sebbene i bovini da latte restino talvolta nei pressi di casa. Durante i mesi più aridi, solitamente febbraio e marzo, i bovini vengono trasferiti in accampamenti stagionali più lontani.

L'allevamento in Karamoja, che costituisce la principale fonte di sostentamento per la popolazione locale, è vincolato dall'andamento stagionale che pesa sulla produttività degli animali.

La carenza d'acqua, oltre ad influire sull'allevamento, compromette pesantemente la produzione agricola.

Le coltivazioni di alcune specie di granaglie (sorgo e in minima parte mais) sono tentate dopo ogni pioggia fino a giugno, allo scopo di permettere la sussistenza nel periodo di migrazione del bestiame verso i pascoli esterni e nei periodi di carestia. Anche queste forme di sfruttamento del terreno dipendono dalle precipitazioni atmosferiche.

Accanto alla mancanza d'acqua, un'ulteriore minaccia è rappresentata dal degrado ambientale presente nella regione e più forte sull'altopiano semi-arido del Karamoja centro-orientale, che costituisce gran parte del Karamoja. Qui vi sono chiari segni di desertificazione, nonché una perdita di terreno di superficie dovuta principalmente all'indiscriminato quanto diffuso taglio di alberi per ricavarne legna da ardere a fini domestici. Nell'Africa sub-sahariana più di 500 milioni di persone dipendono dalla legna da ardere per produrre l'energia di cui hanno bisogno.

Le minacce principali all'ambiente sono dettate da grandi concentrazioni di gente e bestiame, dal sorgere di città e dal persistere di pratiche agricole inappropriate.

Lo sviluppo inadeguato di risorse idriche ha creato, a sua volta, un notevole degrado ambientale. Grandi mandrie di bestiame si ammassano nei pressi di questi punti di abbeveraggio, brucando la vegetazione ed esponendo il suolo, di conseguenza, all'erosione di acqua e vento.

L'ecologia karimojong può essere definita come un accanito e multiforme sfruttamento di un habitat semi-arido le cui risorse naturali sono precarie ai fini della sussistenza umana e frequentemente soggette a fluttuazioni scarsamente prevedibili.

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